Giornate sempre di corsa, di quà di là... porta una peste al lago per gli allenamenti, recupera la seconda che non dorme più a scuola..si sa mai venga una scossa allora..niente nanna a scuola, per decreto comunale... vabbè..certe volte si esagera eh... da quando hanno riaperto pure le educatrici han bisogno di camomille in vena, ragazzi, certa gente davvero credo sia esagitata....
Tralasciamo il fatto che sisma e crolli (non qui) la vita prosegue, la gente continua a lavorare..e per fortuna, e si cerca di riprendere la vita cercandone la solita banale normalità..quindi serve anche la scuola, serve che sia aperta, che le insegnanti continuino ad usare un minimo di materia grigia e a ragionare. Non ultimo gli impegni credo che comunque debbano essere rispettati.Peccato non sia così qui da noi.
Mi ha profondamente deluso, e non l'ho nascosto ne di persona ne su facebook, la mancanza di personale comunale che s'è vista ad un corso di aggiornamento previsto da mesi, con una scusa che non si regge neppure per un filo di ragnatela.. trovo troppo semplicistica la questione "non sapevamo se il luogo era agibile, sapevamo ci giravano con i caschetti" o ancora "abbiamo usato per giorni il cellulare per avere le informazioni perchè non riuscivamo a contattare nessuno"..balle balle balle! Partiamo dal cellulare? Quelli funzionavano davvero malino, mentre i fissi non hanno avuto problemi..e la PI rispondeva.
Chissà mai come han fatto i presenti ,4 su 44 previsti (!!!) a sapere che il luogo e il tutto si sarebbe fatto?! Mistero mistico a quanto pare..ah no, hanno telefonato , che idea balzana usare un telefono!
Luogo inagibile? Probabilmente con l'uso del telefono al referente si sarebbe saputo che in caso di inagibilità vi era già un'altra sede predisposta. Questa è una notizia da scoop però, soltanto io la sapevo, ho doti di preveggenza io..o magari invece di lamentarmi per orari ecc ho domandato di persona all'interessato referente? Garda caso proprio dentro la sede delle educatrici in questione..con loro a pochi metri... probabilmente ero in una bolla oscura, una sottospecie di limbo che ha diviso la realtà in due parallele...
Ma mica solo quelle della scuola che frequenta la mia peste..aggiungiamoci pure anche le altre scuole della città.. una vera vergogna, mi sentivo io a disagio con chi è venuto per noi a parlare di celiachia .... ma questa è la risposta ce come sempre il mondo "esterno" da a noi abitanti del mondo sglutinato.. un po' ovunque è così a quanto pare e questo ogni volta mi duole nell'animo, arrivando a sorprendermi di sperare (che cosa orribile!) che tocchi anche questi menefreghisti...
Ma la vita va avanti, mica solo c'è la celiachia giustissimo. Mi domando però se dovevano andare ad un appuntamento medico o dall'estetista, avrebbero telefonato per sapere se v'era agibilità. Bhè, a me è venuto spontaneo telefonare in pediatria di comunità prima di presentarmi a far vaccinare la piccola peste..ma questa sono io... forse guardo un po' troppo a 360 gradi... sarebbe il caso che la smettessi davvero.
Detto questo non resta che trovare alternative alle scuole, per fortuna sono a casa in questo periodo, tra esperimenti di chimica, conoscenza del territorio e della Terra , delle placche e dei suoi movimenti con le dovute conseguenze belle (creazione di montagne e laghi) e brutte (sismi con le conseguenze che abbiamo visto e provato), ci troviamo a gironzolando per la città lesa ed i parchi insolitamente ricchi di vita, riscoprendo la campagna martoriata ci siamo imbattuti in un albero troppo dimenticato, che è però amato dai bachi da seta, sempre: il Gelso, da noi chiamato anche Morancione per via dei frutti simili alle more ma molto più grossi, inoltre non è un cespuglio, ma un vero grosso ombreggiante e largo albero.
Nacse così un pomeriggio di assaggio, dapprima lento e circospetto, poi famelico e raggiante, ben prodigato all'allontanamento dei n sacco di volatili di tutte le specie, da questo inaspettato tesoro violaceo.
In breve ci siamo portati a casa diversi chili di Morancioni, altrettanti ne abbiamo divorati in loco, ma essendo delicati ed effimeri hanno la necessità d'esser lavorati al più presto. Lestamente li abbiamo adagiati in una ciotola di acqua fredda, eliminando quelli più secchi o bacati, poi con una ramina, pochi alla volta ne ho messi in macchina del pane, con poco zucchero, mezzo succo di limone ed una mela a pezzettoni. Impostato sul programma marmellate e via... mi attendeva un'altra metà di raccolto, questa la proviamo con la pentola, metodo classico, senza la mela (solo con la buccia che poi elimino in fase di invasatura).
Insolita davvero, ma molto buona, il Gelso Nero ha una caratteristica particolare, oltre alla delicatezza: il sapore semplice, delicato, dolce e dissetante, un frutto da riscoprire davvero. Ma soltanto in campagna vista la confusione a terra che fanno per un certo periodo i frutti maturi che cadono a terra al singolo soffio di vento, una prelibatezza di nicchia da mantenere viva nelle case poichè poco apprezzata dalle industrie ( per fortuna!) vista la delicatezza che comporta il maneggiamento, se capita, provatelo.
Marmellata di Gelso Nero o Morancìone
1 kg di frutti maturi lavati
400 g di zucchero semolato
il succo di mezzo lmone
una mela a pezzettoni (oppure soltanto la buccia della mela, da eliminare terminata lia cottura)
Inserire nella Mdp gli ingredienti, impostare il programma marmellate (da me n 11) e lasciar proseguire.
In pentola mettere i gelsi, aggiungere la mela o la buccia , coprirli con lo zucchero, senza mescolare, irrorare con limone. lasciare riposare dieci minuti, poi accendere il fuoco e cuocere lentamente sinchè non si sarà rappreso tutto (sempre valida la prova piattino).
in entrambi i casi invasare in barattoli sterilizzati, chiuderli con i tappi e capovolgerli sinchè si sono freddati.
Ottima per crostate, biscotti..oppure semplicemente da spalmare su un buon pane profumato, magari sfornato da poco con un cuore tiepido, quel tanto che basta a sciogliere il burro...e a intiepidire la marmellata...una coccola come ai vecchi tempi.
Chiudo lasciando un simpatico filmato creato dalla Protezione Civile in collaborazione con la Regione Umbria, dove una nuova mascotte di nome Civilino spiega ad un bambino, a tutti i bambini, gli atteggiamenti da tenere in casa, a scuola, all'esterno.. durante un terremoto. Le mie pesti sono rimaste in silenzio a guardarlo, trovando tantissimi atteggiamenti che hanno imparato a fare nel corso degli anni, non solo per i terremoti, ma sempre, come semplici ed accorte cittadine.
Commenti
Quando ero piccola con la mamma mi recavo in campagna e facevo delle enormi scorpacciate di questi frutti che trovavo (nella versione sia nera che bianca) su questi alberi un pochino tozzi (in dialetto "murè") che erano messi per segnare il confine tra un appezzamento di terreno e l'altro.
Un caro saluto
nonnAnna
Io il Gelso l'ho riscoperto così... assieme alle pesti... ma che bello però!!